Accanimento Terapeutico e Cure Palliative

Accanimento Terapeutico: Cos'è e Perché Evitarlo

L'accanimento terapeutico consiste nell'ostinata esecuzione di trattamenti di documentata inefficacia in relazione all’obiettivo, a cui si aggiunge la presenza di un rischio elevato per il paziente con un’ulteriore sofferenza. Questo approccio non solo è inefficace ma può anche portare a un peggioramento significativo della qualità di vita del paziente.

Cure Palliative: Un Approccio Umanistico alla Salute

Le cure palliative sono un trattamento sanitario definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come l’insieme degli interventi terapeutici e assistenziali finalizzati alla cura attiva, totale, di malati la cui malattia di base non è più responsiva alle cure specifiche. L'obiettivo principale delle cure palliative è il miglioramento della qualità di vita del paziente e dei suoi familiari.

Sedazione Palliativa: Un Dovere Etico e Clinico

La sedazione palliativa è considerata un dovere etico e clinico. Questo tipo di trattamento è volto ad alleviare le sofferenze fisiche ed esistenziali del paziente, nel rispetto di ciò che la persona malata ritiene insostenibile per se stessa. È fondamentale notare che la sedazione palliativa non abbrevia la vita, poiché la morte del paziente avviene per la sua condizione patologica e non per la somministrazione di un farmaco. Questo è in netto contrasto con l’eutanasia, che non rappresenta in alcun modo una terapia.

Un Caso di Studio: Il Dibattito sull'Eutanasia in Italia

In passato, ci sono stati casi che hanno scosso l’opinione pubblica. Un esempio emblematico è quello di una ragazza che ha avuto un incidente che le ha causato la rottura di una vertebra cervicale con paralisi di tutti gli arti e danni encefalici. Il suo caso è stato molto discusso, coinvolgendo figure politiche di alto livello come il presidente del consiglio e il presidente della repubblica.

La parte cattolica sosteneva che la ragazza dovesse rimanere in vita, mentre i familiari erano di parere contrario. La ragazza, che non era morta a livello cerebrale ma era in paralisi totale, aveva confidato al padre che avrebbe preferito il decesso piuttosto che vivere in quelle condizioni. Sulla base di queste dichiarazioni, il padre chiese che la figlia venisse accompagnata alla morte.

La Sentenza della Cassazione

La sentenza della Cassazione acconsentì al decesso della ragazza a due condizioni:

  1. La condizione di stato vegetativo doveva essere, in base a un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile, senza alcun fondamento medico che lasciasse supporre la possibilità di un recupero della coscienza.
  2. L'istanza doveva essere espressiva della voce del paziente, tratta dalle sue precedenti dichiarazioni, dalla sua personalità, dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti.